DON GIOVANNI
di Molière
con (in o. al.) Vittorio Camarota, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Lucio De Francesco, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Gianluca Gobbi, Fulvio Pepe, Sergio Romano, Ivan Zerbinati
scene Guido Fiorato
luci Pasquale Mari
costumi Sandra Cardini
musiche Arturo Annecchino
regia Valerio Binasco
PRODUZIONE: TEATRO STABILE DI TORINO / TEATRO NAZIONALE
Seduttore incallito, assassino, criminale, miscredente. Tatuaggi, jeans sgualciti, anfibi, il Don Giovanni di Valerio Binasco suscita disapprovazione, odio, non conosce morale e si dimostra del tutto immune al senso di colpa, al pudore e al rispetto. Ma soprattutto, è dannatamente attuale. «Mi pare che niente si affacci sulla nostra vita più di certi testi che sono stati capaci di resistere al tempo e di rimanere quindi misteriosamente contemporanei – spiega il regista –. Nello spettacolo c’è un sapore dei nostri giorni, non ci sono abiti secenteschi ma non compaiono neppure riferimenti alla cronaca o alla televisione. È il sapore onirico di un'epoca, di un Novecento lungo». Sempre sull’orlo dell’equivoco, sempre sull’orlo della conversione verso un lieto fine, questo Don Giovanni è istintivo e carnale, irriverente, seducente, sincero nel suo continuo inganno, fisico nel suo rispondere all’unico stimolo del piacere presente. Come aveva fatto alcuni anni fa con Romeo e Giulietta, trasformato nella tragedia di una soffocante provincia italiana, anche in questo suo nuovo lavoro Binasco mette in scena un testo classico, uno dei grandi titoli del canone teatrale occidentale, con uno sguardo personale e contemporaneo.