IL GIOCATORE

Dal capolavoro di Dostoevskij, un affresco del potere sconvolgente e assoluto del gioco. Una città dal nome evocativo, Roulettenburg, fa da sfondo alle vicende di Aleksej, ormai ridotto all’ombra di se stesso come può esserlo soltanto un uomo posseduto dal vizio. Lo scrittore Fëdor ne genera momento dopo momento la storia, autobiografica e catartica, assediato a sua volta dai debiti e ricattato da un editore strozzino. Così il regista Gabriele Russo: «Il gioco non è solo l’oggetto centrale dell’opera, ma è presente in forma di metafora o di allusione, ovunque. È nelle relazioni ossessive tra i personaggi, nei continui ‘rilanci’ a cui le circostanze li costringono, nelle vane speranze a cui sono aggrappati e che li fanno stare sospesi; come si è sospesi quando si è in attesa che la pallina cada sul rosso o sul nero». Immersa in un luogo senza tempo come può essere soltanto quello del gioco che tutto divora e annichilisce, una pièce su un tema di lacerante attualità sospesa fra dramma e commedia e che proprio dal Giovanni da Udine riparte per la tournée italiana.